Ciaffagnoni mancianesi
Sono arrivato in Maremma nel ’73 in una ventosa giornata di ottobre con la mia 500 L ed un incarico a tempo indeterminato di chimica presso l’Istituto Tecnico di Manciano. Avevo 24 anni e non sapevo nulla di Manciano, quasi niente di Grosseto e poco della Toscana (a parte del pane sciapo, quel poco rimasto dai miei studi liceali: Dante, Giotto, Piero della Francesca, Brunelleschi, e poco altro …….). I primi mesi furono tragici: io venivo da una grande città – meridionale, incasinata, cementificata ma una grande città – e a Manciano gli unici passatempi erano la caccia, la pesca e il bar: ma io non andavo né a caccia né a pesca, e non avevo l’abitudine di frequentare il bar, se non per il cappuccino e il caffè. Presto però individuai un interesse comune con le nuove conoscenze che via via intrattenevo: la cucina ed il mangiare. Peraltro, anche se professore, ero poco più che un ragazzo per cui venivo spesso invitato a mangiare dalle mamme dei miei nuovi amici, ma anche dei miei alunn