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Visualizzazione dei post da 2020

Una passeggiata nel Geoparco delle Colline Metallifere: il percorso dal Puntone a Cala Civette

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(Foto di V. Peccianti) Nel Parco delle Colline Metallifere c'è un percorso panoramico tra il mare e la riserva naturale delle Bandite di Scarlino che può essere fatto sia a cavallo che in MTB, ma anche a piedi senza particolare allenamento, tramite il quale raggiungere le calette tra il Puntone e la spiaggia di Punt'Ala. Percorrendo la strada che dal Puntone - costeggiando il porto di Scarlino - va in direzione di Terrarossa, si arriva ad una sbarra che impedisce il transito delle auto e da lì ha inizio il sentiero che conduce a Cala Civette, passando da Cala Martina e da Cala Violina.  Portiglioni: s ilo di stoccaggio della pirite (N. Costa) Ma prima di imboccarlo troverete una piccola deviazione che vi porterà in un mondo assolutamente inaspettato: un piazzale con delle strane colonne in mattoni e pietra che dominano il golfo di Follonica fino all’Elba. Archeologia? Sì! ma archeologia industriale. Il sito di Portiglioni è il capolinea dell’attività mineraria nelle Co

La Schiaccia di Pasqua: un dolce tradizionale di Maremma

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La Schiaccia di Pasqua è una specialità diffusa in tutta la Maremma e l'Amiata il cui utilizzo, anche se di tale prodotto esiste una produzione industriale, è prevalentemente familiare. Essa fa parte dell’elenco   dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali: “La Schiaccia di Pasqua è un pane speziato tipico del periodo pasquale. È rotondeggiante, a forma di pagnotta dorata, molto profumata di consistenza più solida del pane.”  La mattina di Pasqua la Schiaccia si porta a benedire assieme alle uova lesse e, a pranzo, la famiglia rompe la Pasqua dando prima un morso all'uovo benedetto e quindi uno alla Schiaccia. La ricetta 100 g di lievito di birra, 1,2 kg di farina, 6 uova, 400 g di zucchero semolato, 3 cucchiai di zucchero vaniglinato, una tazza d’olio, 150 g di margarina, un bicchiere d’acqua di fiori d’arancio, un bicchierino di anisetta ed un cucchiaio di anice. La sera sciogliere il lievito di birra in poca acqua e un paio d’etti di farina e far lievi

Strigoli

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Gli Strigoli ( Silene Vulgaris ) sono una pianta erbacea perenne molto apprezzata in cucina; sono riconoscibili dallo stelo che tende al color vinaccia, dalle rosette fogliari che, se fatte rotolare fra le dita, stridono e, se fioriti, dai calici striati e panciuti come palloncini che schiacciati su una superficie producono uno “schioppetto”: per questo sono chiamati anche "Stridoli" o "Schioppetti". Disegno di Susanna Cantore ( da Erbacce, Effequ Ed.) Gli strigoli sono molto diffusi nei prati, al bordo dei sentieri e delle strade, negli incolti e nei seminati di pianura e di montagna fino ad una altitudine di 2000 m. Tra le prime erbe a spuntare, all'inizio della primavera producono decine di rosette fogliari; la pianta adulta può arrivare anche a 70 cm e, nel periodo della fioritura (marzo/luglio), presenta infiorescenze bianche alla sommità dei calici leggermente penduli. In cucina le foglie si possono usare crude per il sapore gradevolmente acid

Andare per Borghi: l'arco dei colli di Roccastrada

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L'arco dei colli di Roccastrada. Il territorio comunale di Roccastrada presenta una ricchezza di paesaggi che variano dalla pianura ricca di oliveti, seminativi e vigneti fino alle colline boscate e punteggiate di castelli; qui vi conduco lungo la strada dei borghi medievali che ad arco si affacciano su quella pianura che degrada fino al mare. Roccatederighi, Montemassi  e Sassofortino; sullo sfondo i contrafforti del Sassoforte Il nostro giro in realtà parte dal territorio di Massa Marittima, da   Tatti ,   piccolo  borgo nato nell'alto medioevo come possedimento dei vescovi di Lucca; attualmente privo di particolari valori storico-artistici ma con  il circuito delle Mura    ancora  in parte leggibile,   le sue caratteristiche viuzze intrigate e l'imponente cassero in pietra ti faranno sentire fuori dal mondo. Da lì imbocchiamo la provinciale e in 8 km di curve, belli da fare anche in bicicletta, arriviamo al bivio della Meleta e, quindi, a Roccatederighi.

Andar per borghi: Caldana

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Un borgo sorprendente Ad uno sguardo affrettato Caldana appare come un luogo ordinario, addirittura modesto; modesto come la teoria di case che ti accompagnano lungo la salita di accesso al paese, fino ad una curva a gomito che ti introduce in una situazione strana, una via pianeggiante che non si capisce se è una via o una piazza, contornata da abitazioni di scarso pregio e in fondo una chiesina che la chiude, la chiesa di Sant'Antonio.  Siamo nel Geoparco delle Colline Metallifere; percorrendo la vecchia Aurelia ti aveva attratto questo borgo mollemente adagiato sulle prime pendici del monte Calvo, ma a questo punto decidi che a Caldana non c’è nulla di particolare da vedere e ti giri per tornare via; e qui il mondo cambia, perché ti accorgi che, nascosto là dietro, c’è un pezzo di rinascimento, una grande chiesa – San Biagio – unico esempio di architettura rinascimentale nella Toscana meridionale la cui facciata è attribuita alla scuola di Antonio da Sangallo il Vecchio

Dove al mare col cane

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Viaggiare col proprio cane è un piacere ma può anche essere fonte di preoccupazione e ansia: cosa troverò una volta arrivato? potrò portarlo al ristorante? e l'alloggio, sarà pet-friendly? troverò spiagge fruibili anche dagli animali? In Maremma sì: l a Maremma è una terra di accoglienza e  sono  sempre più numerosi gli esercizi commerciali e le strutture ricettive che accolgono animali. E  anche sulle  spiagge sono in aumento le "bau beach", i punti in cui i nostri cani possono correre liberi, socializzare e fare il bagno.  Nel litorale di riferimento dei nostri ospiti, l'alta Maremma, è possibile scegliere fra diverse località fruibili anche dai nostri amici a quattro zampe. A  Follonica  le spiagge dedicate ai cani sono due. La prima - Bau Beach Follonica Nord - si trova a Prato Ranieri (1) ed è attrezzata anche con servizio doccia, la seconda è localizzata un centinaio di metri a nord della foce del Torrente Pietraia (2). A Scarlin

A cena con le erbe

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Tutte le volte che organizziamo una raccolta di erbe spontanee con cena il risultato è sempre diverso: perché diverse sono le erbe che di volta in volta troviamo e diversa è la loro combinazione, perché diversa è l'atmosfera che si crea con i partecipanti - e questo influisce sul piacere di fare le cose -, perché varia l'abilità in cucina di coloro che di volta in volta danno una mano....  Questa volta abbiamo raccolto: crespigni di tutti i tipi, bietole, spraggine, ortica, cicoria, senape (rapastrelle), borragine, strigoli, erba cipollina, porro selvatico, aglietti triangolo, finocchietto, piantaggine, varie crepis e, per l'insalatina, salvastrella e terracrepoli. E alla fine è venuto fuori questo menu! Ovetti all'ortica  -  Lessare le uova, farle raffreddare e sgusciarle senza romperle. Tagliarle a metà lungo i poli e levare il tuorlo. Lavare l'ortica e metterla in padella facendola appassire con la sua acqua (senza aggiunta d'olio). Tritar

Ciaffagnoni mancianesi

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Sono arrivato in Maremma nel ’73 in una ventosa giornata di ottobre con la mia 500 L ed un incarico a tempo indeterminato di chimica presso l’Istituto Tecnico di Manciano. Avevo 24 anni e non sapevo nulla di Manciano, quasi niente di Grosseto e poco della Toscana (a parte del pane sciapo, quel poco rimasto dai miei studi liceali: Dante, Giotto, Piero della Francesca, Brunelleschi, e poco altro …….). I primi mesi furono tragici: io venivo da una grande città – meridionale, incasinata, cementificata ma una grande città – e a Manciano gli unici passatempi erano la caccia, la pesca e il bar: ma io non andavo né a caccia né a pesca, e non avevo l’abitudine di frequentare il bar, se non per il cappuccino e il caffè.    Presto però individuai un interesse comune con le nuove conoscenze che via via intrattenevo: la cucina ed il mangiare. Peraltro, anche se professore, ero poco più che un ragazzo per cui venivo spesso invitato a mangiare dalle mamme dei miei nuovi amici, ma anche dei miei alunn

...in Maremma: Le Terme di Sorano

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La Maremma è terra di rilevanti manifestazioni geotermiche - per tutte l'area amiatina e le aree geotermiche di Monterotondo e Travale -, di polle/venute d'acqua calda e di toponimi ad esse riconducibili - Caldana, Caldanelle, ma anche Bagno, Bagnolo, Bagnore ....-, e naturalmente di terme. Percorrendo la strada che da Pitigliano porta a Sorano si incontra una bella chiesetta, la Pieve di Santa Maria dell’Aquila, immersa nel verde e dal grande campanile a vela. Lì, nel ‘600, i monaci che abitavano il monastero della Pieve trovavano nella sobrietà della chiesa romanica la serenità e il silenzio necessari alla vita contemplativa e nel bosco adiacente una sorgente ed una vasca di acqua termale per ritemprare anche il corpo, il cosiddetto “Bagno dei Frati” . Oggi, spariti i frati e recuperata l’antica pieve assieme alle storiche sorgenti termali, lì è sorto il residence Terme di Sorano immerso in un vasto parco di 7 ettari con un moderno impianto dotato di due piscine