Andar per borghi: Caldana
Ad uno sguardo affrettato Caldana appare come un luogo ordinario,
addirittura modesto; modesto come la teoria di case che ti accompagnano lungo la salita di
accesso al paese, fino ad una curva a gomito che ti introduce in una situazione strana,
una via pianeggiante che non si capisce se è una via o una piazza, contornata da abitazioni di
scarso pregio e in fondo una chiesina che la chiude, la chiesa di Sant'Antonio.
Siamo nel Geoparco delle Colline Metallifere; percorrendo la vecchia Aurelia ti aveva attratto questo borgo mollemente adagiato sulle prime pendici del monte Calvo, ma a questo punto decidi che a Caldana non c’è nulla di particolare da vedere e ti giri per tornare via; e qui il
mondo cambia, perché ti accorgi che, nascosto là dietro, c’è un pezzo di rinascimento,
una grande chiesa – San Biagio – unico esempio di architettura rinascimentale
nella Toscana meridionale la cui facciata è attribuita alla scuola di Antonio da Sangallo il Vecchio (e qualcuno aveva anche parlato di Michelangelo!).
Chiesa di San Biagio |
L'interno della chiesa, a navata unica, ti colpisce per la sua semplicità sottolineata dalle linee geometriche delle strutture, per la seicentesca fonte battesimale in marmo "portasanta", una varietà di marmo rosso che si estrae da una cava appena fuori dall'abitato di Caldana, e per la presenza di una bandiera, la bandiera della senese contrada della Selva, con cui Caldana è gemellata.
San Biagio, interno della chiesa |
All'interno delle mura, oggi in buona parte inglobate dall'abitato, è un intrigo di viuzze, sottopassi e scorci suggestivi.
In fondo ad una di quelle stradine troviamo la Canonica di San Biagio, nucleo originario della vecchia pieve duecentesca la cui facciata è stata però rifatta nel '500.
Canonica di San Biagio |
Caldana sotterranea |
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